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Introduzione al Corpus Ladex in Italiano, Maria Belén Hernández-González

L’Italia, a partire dal 1970 si è trasformata da un paese di emigranti a paese di accoglienza per gli immigrati. Alla fine degli anni ’70 con la politica delle “Porte Aperte” lo Stato italiano ospita i primi raggruppamenti di stranieri; nel 1981 nel suo territorio se ne registravano circa 350.000, per lo più lavoratori temporanei.

Dieci anni dopo, nel 1991, l’Italia ricevette per la prima volta una valanga massiva d’immigrati procedenti dall’Albania, allora in piena crisi sociopolitica dopo la caduta del comunismo.

Secondo uno studio della Caritas , nel 1996 risiedevano in Italia circa un milione di stranieri. Inizialmente le regioni di provenienza erano dell’est europeo, seguiti dai paesi del Mediterraneo meridionale. Al fine di regolamentare l’afflusso della migrazione illegale, nel 1998 è stata approvata la cosiddetta Legge Turco-Napoletano (Decreto Legislativo del 25 luglio 1998 n° 286) e di conseguenza si sono istituiti i primi centri d’accoglienza temporale (CDA) e le prime procedure d’espulsione. Tuttavia, dal 1998 il panorama migratorio in Italia è cambiato notevolmente, secondo il Rapporto sull’immigrazione realizzato dal Consiglio territoriale per l’immigrazione nel 2011; dall’anno 2009 il numero di stranieri residenti in Italia è aumentato del 30%. Le nazionalità prevalenti nelle diverse regioni sono: marocchini (Lombardia, Piemonte, Veneto, Sardegna), ucraini (Campania), albanesi (Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Puglia, Trentino Alto Adige), filippini (Lazio), ecuadoriani (Liguria) e tunisini (Sicilia). I principali settori produttivi sono l’agricoltura e servizi domestici, seguiti da commercio e costruzioni.

Negli ultimi dieci anni l’Italia, assieme alla Spagna, è diventato lo Stato europeo che ha registrato la crescita più significativa di popolazione straniera nel suo territorio, con un accrescimento sostenuto superiore al 200%, molto al di sopra dell’aumento del 20% registrato in Francia o il 3% in UK durante lo stesso periodo.

Di fatto il fenomeno dell’immigrazione ha trasformato il paese in una società multietnica; soltanto nel 2011, il numero di stranieri legali in Italia è salito dal 195% dell’anno precedente, al 211%, diversificandosi allo stesso tempo l’origine degli stranieri residenti. Questi fatti hanno corrispondenza diretta con l’eterogeneità dei documenti amministrativi raccolti nel corpus LADEX e nell’accessibilità riservata di una parte di essi.

In effetti, il corpus compilato per il nostro studio, tenendo conto della diversità dei documenti amministrativi italiani adibiti ai cittadini stranieri, ha strutturato i documenti che lo integrano in cinque sezioni, equiparabili anche con le altre lingue di studio:
1) Testi normativi (suddivisi in: regolamenti, decreti e leggi)
2) Atti amministrativi diretti al cittadino (suddivisi in: relazioni, certificati, atti, citazioni e risoluzioni)
3) Documenti informativi (suddivisi in: avvisi, depliant, brochure, pagine web, relazioni tecniche)
4) Atti amministrativi diretti alla propria Amministrazione (suddivisi in: circolari, dichiarazioni, relazioni, memorie)
5) Atti amministrativi diretti dal cittadino all’Amministrazione (suddivisi in: richieste, domande, dichiarazioni, comunicazioni).

 

Riferimenti

Nell’ambito dell’italianistica, prima di Ladex non erano ancora state compilate corpora specifiche per lo studio del linguaggio burocratico amministrativo. Tuttavia si trovano corpora di riferimento come il Corpus e lessico di frequenza dell’italiano scritto (CoLFIS: Laudanna et al. 1995; <http://www.istc.cnr.it/material/database/colfis/> 01/04/2014); il corpus di maggiori dimensioni attualmente disponibile per l’italiano è itWaC (Baroni et al. 2009; <http://wacky.sslmit.unibo.it> 01/04/2014), un corpus di testi scaricati con metodi automatici dal web che contiene più di un miliardo e mezzo di parole. Esistono anche lavori sull’italiano parlato televisivo (CiT: Spina 2005; <http://www.sspina.it/cit> 01/04/2014).

Per realizzare il presente corpus in italiano, sono stati anche molto utili gli studi pubblicati sul linguaggio giuridico italiano e sulle sue caratteristiche e applicazioni professionali, in particolare la monografia già classica di B. Mortara Garavelli (2001), Le parole e la giustizia, Torino, Einaudi. E il lavoro di eccellenti gruppi di ricerca che si occupano di repertori lessici, dizionari e corpora; in particolare: SITLeC (Dipartimento di Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture) e il Centro Linguistico dei Poli Scientifico-Didattici della Romagna (entrambi dell’Università di Bologna), quest’ultimo diretto da Felix San Vicente, dove vengono pubblicati materiali per l’insegnamento, per la traduzione e per la creazione di repertori digitali bilingue italiano-spagnolo; l’Accademia Europea di Bolzano, diretta da Marcello Soffritti, che ha lavorato su materiali per l’insegnamento della traduzione giuridica (Cfr. Portale per la lessicografia bilingue italo-spagnola: <http://hesperia.cliro.unibo.it/> 01/04/2014); l’Istituto per l’informazione giuridica (<http://www. ittig.cnr.it> 01/04/2014); il Dizionario Giuridico on line (<http://vwww. simone.it> 01/04/2014); e CeRTeM (Centro di Ricerca in Terminologia Multilingue), fondato nel 2005 presso l’Università degli Studi di Genova, che lavora in collaborazione con altri organismi internazionali come: Ass.I.Term (Associazione Italiana per la Terminologia) e Realiter (<http://www.realiter.net/> 01/04/2014), istituti devoti alla formazione di terminologia multilingue.

Publicaciones

La representación del extranjero en los textos jurídicos y administrativos en italiano.